L'album - prodotto da Nicola Conte - è stato registrato tra Rio de Janeiro, New York e Bari, innovandosi tra le molteplici contaminazioni musicali e i tributi al cinema italiano degli anni ‘60 e ’70, per poi elaborare il tutto in sonorità ricche di grande sensualità e romanticismo.
Così la cantante ha commentato le cover contenute nel disco.
1. Via con me (Paolo Conte)
Un inizio di disco ideale, uninvited, un ratto delle Sabine stile XXI secolo. Il ritmo incalzante dei desideri. La danza dei sogni in un dancefloor senza frontiere: it’s all wonderful!
2. Io che non vivo senza te (featuring Gilberto Gil) Pino Donaggio
Non sono stati gli ospiti a scegliere le canzoni, sono le canzoni ad aver coinvolto gli ospiti a cantarle. Quando ho incontrato Gil per raccontargli del disco gli ho elencato alcuni dei brani in repertorio, ed appena ho nominato questa lui ha canticchiato il ritornello a memoria, in italiano, dicendomi che la ascoltava nella versione originale di Donaggio in radio a Bahia e che lui avrebbe desiderato cantarla.
Poi, mentre registravamo, al primo ascolto, quando è arrivato il ritornello Gil si è commosso e io con lui. In quel momento abbiamo entrambi capito di essere riusciti ad entrare davvero nel cuore di questa canzone e di averne attualizzato il groove senza che questo si perdesse.
3. Con una rosa (Vinicio Capossela)
Questo è uno dei testi più romantici che abbia mai cantato. Abbiamo aggiunto un pizzico di Jorge Ben e un briciolo di sax del grande Magnus Lindgren. Così adesso, durante l’ascolto, volendo si può provare ad accennare un passetto di qua, una spalluccia di là…
4. Que me importa el mundo (Rita Pavone)
Andate su Youtube, digitate Caterine Spaak - La noia. Damiano Damiani 1963.
Guardatevi il balletto della Spaak con la versione di Rita Pavone di “Che m’importa del mondo”. Una meraviglia irripetibile per gli occhi e per le orecchie.
Con Nicola ci siamo guardati e ci siamo detti: Meraviglia… facciamola nostra. Facciamola Bossa!
5. Va bene così (Vasco Rossi)
Va bene per te Vasco? Va bene se ci siamo catapultati nel Northern Soul?
Per me va benissimo! Uno dei groove più contagiosi del disco!
6. Io che amo solo te (featuring Chico Buarque) Sergio Endrigo
C’è gente che ama mille cose. Io amo Chico Buarque. Parla perfettamente l’Italiano, è un poeta, ha scritto dei capolavori e ha scelto di interpretare questa canzone con me. Era amico di Sergio Endrigo. Uno dei momenti più emozionanti di tutto il disco.
7. Never Never Never (Grande Grande Grande) Mina
I’d like to run away from you. Punto.
8. Metti una sera a cena (Milva)
È una canzone la cui melodia incalzante mi ha sempre colpito per la sua sottile ironia, nonostante parli di una donna che all’improvviso realizza che per il suo amore non c’è più niente da fare. Morricone genio, film meraviglioso.
9. Una sigaretta (Fred Buscaglione)
Questa è una delle melodie italiane più jazz che io conosca. Mi ricorda le atmosfere di July London. E il testo è geniale.
10. FortissimoLa sensualità di due opposti. L’armonia dei contrari. Lina Wertmuller.
11. Incantevole (Subsonica)È il primo dei tentativi di rivisitare canzoni più recenti. Nicola ha avuto una bellissima intuizione ritmica che me l’ha fatta sentire subito vicina.
12. E penso a te (featuring Ana Carolina) (Lucio Battisti)Ad Ana questa canzone è sempre piaciuta moltissimo, dal momento in cui a Roma, durante un suo viaggio in Italia, gliela feci ascoltare per la prima volta.Io credo ai colpi di fulmine dell’ispirazione. Quando le ho detto della possibilità di inserirla nel disco mi ha detto: se non la registriamo insieme, la registro io.
13. Il mondo (Jimmy Fontana)
Uno dei veri grandi capolavori italiani. Ho sempre sognato di mettere l’arpa in uno dei miei dischi. Il pianoforte di Lussu e l’arpa sono stati fondamentali per evocare il mood giusto che mi permettesse di dare un silenzio generoso ad ogni pausa e un peso speciale ad ogni parola.
14. Senza fine (Gino Paoli)
Nello spazio senza fine c’è anche… Senza fine.
All’estero mi hanno chiesto spesso di cantarla, poi Nicola ha trovato il mood perfetto per me. Grazie ai meravigliosi flauti di Magnus, se chiudo gli occhi mi sento a casa di Henry Mancini!
15. I mulini dei ricordi (featuring Esperanza Spalding)
Questa è l’unica canzone non italiana del disco: “The windmills of your mind”, una canzone di Michel Legrand, interpretata da grandissimi come Dusty Springfield, Sting e tanti altri. Una delle mie canzoni preferite, sia per il testo che per la musica sublime di Legrand.
Con l’idea di farne una versione italiana, un giorno, cercando su Google, ho scoperto che era stata incisa da Jannacci una versione di suo figlio Paolo, molto bella e fedele all’originale. Jannacci era da poco andato via e senza pensarci due volte ho deciso di fare un tributo sia a lui, che a Dusty e a Legrand.
Qualche anno fa, a NY, un pomeriggio Esperanza mi introdusse a Minnie Riperton e io le feci conoscere “The windmills of your mind”. Quando stavo registrando questa canzone mi sono ricordata di quel pomeriggio, l’ho chiamata e le ho detto che volevo duettare con lei. Poco dopo ho preso l’aereo e abbiamo registrato insieme. Esperanza ha espresso il mood perfetto. Libero e puro, come è lei e come doveva essere la canzone.
16. Mentre tutto scorre (Negramaro)
Questo è uno dei New Standards come direbbe Herbie Hancock. La parte del “Verde coniglio” mi diverte tantissimo.
17. Arrivederci (Umberto Bindi)
Dammi la mano e sorridi senza piangere. Bindi. Grande. Grandissimo. Galantuomo anche quando parla dell’addio.
Fargetta ha fatto il remix del pezzo di Tiziano Motti: http://youtu.be/GirOcEhfezs
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