Non una vera cover ma più di un remix: un classico di Dylan riletto per le nuove generazioni.
E’ il nuovo progetto discografico di The Avener - produttore francese è conosciuto per le sue produzioni elettroniche, che miscelano elementi di blues, jazz, folk e funk – che ha rielaborato in modo certamente coraggioso di "Masters of War" di Bob Dylan.
Ad essere pignoli neppure la versione del cantautore americano era del tutto originale visto che si basava sulla canzone folk tradizionale Nottamun Town nell'arrangiamento della folksinger Jean Ritchie, la quale chiese attraverso i suoi avvocati di ricevere i diritti di copyright per l'utilizzo del suo arrangiamento, ottenendo alla fine 5,000 dollari a titolo di risarcimento definitivo Il testo è un duro attacco antimilitarista contro dell'industria bellica e i signori della guerra. Il brano – registrato nella primavera del 1963 – fu pubblicato nell’album The Freewheelin' Bob Dylan, il secondo lavoro del futuro Premio Nobel.
“La canzone è come un cazzotto – ha spiegato in una delle sue rare interviste Dylan - Non avevo davvero scritto niente di simile prima, è una reazione alla goccia che fa traboccare il vaso, un sentimento del tipo “cosa puoi fare” ?” Tra le tante cover realizzate ne corso degli anni, meritano un ascolto quelle di Judy Collins, di Leon Russell, dei Pearl Jam e più recentemente quelle di Ed Sheeran e di Joan Osborne The Avener – al secolo Tristan Casara - ha aggiunto il suo stile inconfondibile alla traccia, inclusa la sottile produzione elettronica senza togliere l'essenza dell'originale di Dylan.
"Sono elettrizzato e onorato di essere riuscito a produrre la mia versione di questa grande canzone di un artista leggendario come Bob Dylan" ha spiegato il produttore francese.
Ma i “puristi” storceranno sicuramente il naso.
E’ il nuovo progetto discografico di The Avener - produttore francese è conosciuto per le sue produzioni elettroniche, che miscelano elementi di blues, jazz, folk e funk – che ha rielaborato in modo certamente coraggioso di "Masters of War" di Bob Dylan.
Ad essere pignoli neppure la versione del cantautore americano era del tutto originale visto che si basava sulla canzone folk tradizionale Nottamun Town nell'arrangiamento della folksinger Jean Ritchie, la quale chiese attraverso i suoi avvocati di ricevere i diritti di copyright per l'utilizzo del suo arrangiamento, ottenendo alla fine 5,000 dollari a titolo di risarcimento definitivo Il testo è un duro attacco antimilitarista contro dell'industria bellica e i signori della guerra. Il brano – registrato nella primavera del 1963 – fu pubblicato nell’album The Freewheelin' Bob Dylan, il secondo lavoro del futuro Premio Nobel.
“La canzone è come un cazzotto – ha spiegato in una delle sue rare interviste Dylan - Non avevo davvero scritto niente di simile prima, è una reazione alla goccia che fa traboccare il vaso, un sentimento del tipo “cosa puoi fare” ?” Tra le tante cover realizzate ne corso degli anni, meritano un ascolto quelle di Judy Collins, di Leon Russell, dei Pearl Jam e più recentemente quelle di Ed Sheeran e di Joan Osborne The Avener – al secolo Tristan Casara - ha aggiunto il suo stile inconfondibile alla traccia, inclusa la sottile produzione elettronica senza togliere l'essenza dell'originale di Dylan.
"Sono elettrizzato e onorato di essere riuscito a produrre la mia versione di questa grande canzone di un artista leggendario come Bob Dylan" ha spiegato il produttore francese.
Ma i “puristi” storceranno sicuramente il naso.
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