Questo periodo di quarantena forzata da Coronavirus ha dato un'inaspettata popolarità ad alcune canzoni diventate virali sui social (e su Whatsapp in particolare).
Sono le cosiddette "canzoni in 8D", accompagnate da messaggi che promettono sensazioni acustiche straordinarie se ascoltate in cuffia: in pratica la sensazione di ritrovarsi completamente immersi in un suono che sembra essere multidimensionale.
Sono le cosiddette "canzoni in 8D", accompagnate da messaggi che promettono sensazioni acustiche straordinarie se ascoltate in cuffia: in pratica la sensazione di ritrovarsi completamente immersi in un suono che sembra essere multidimensionale.
Tra le canzoni più condivise in queste ultime ore c'è anche la cover a cappella di "Hallelujah" di Leonard Cohen realizzata dei Pentatonix.
In realtà nulla di particolarmente nuovo dal punto di vista tecnico, anche perchè la versione del quintetto texano, risale al 2016 e compare nell'album "A Pentatonix Christmas", il quinto nella carriera del gruppo.
In realtà nulla di particolarmente nuovo dal punto di vista tecnico, anche perchè la versione del quintetto texano, risale al 2016 e compare nell'album "A Pentatonix Christmas", il quinto nella carriera del gruppo.
.
Al contrario delle registrazioni olofoniche e binaurali, l’audio 8D non deve il proprio effetto a come viene registrato il suono, ma a come viene modificato dopo la registrazione
La tecnologia 8D si basa su una manipolazione di fase che impedisce al cervello di identificare da dove provenga il suono. Ciò significa - ha spiegato il produttore Andrés Mayo vincitore di due Grammy Awards nella sua carriera - che la mente umana entra in una specie di parco di divertimenti di suoni che vanno e vengono, e che regalano una sensazione di spazialità che approfondisce ancor di più quella vissuta con il suono stereo. In questo modo la musica (o almeno la sensazione che il suono genera) non rimane più circoscritta a due fonti sonore (lato destro e sinistro) bensì diventa uno spazio virtuale di forma sferica, dove si possono apprezzare stimoli che sembrano provenire da diversi angoli.
Al contrario delle registrazioni olofoniche e binaurali, l’audio 8D non deve il proprio effetto a come viene registrato il suono, ma a come viene modificato dopo la registrazione
La tecnologia 8D si basa su una manipolazione di fase che impedisce al cervello di identificare da dove provenga il suono. Ciò significa - ha spiegato il produttore Andrés Mayo vincitore di due Grammy Awards nella sua carriera - che la mente umana entra in una specie di parco di divertimenti di suoni che vanno e vengono, e che regalano una sensazione di spazialità che approfondisce ancor di più quella vissuta con il suono stereo. In questo modo la musica (o almeno la sensazione che il suono genera) non rimane più circoscritta a due fonti sonore (lato destro e sinistro) bensì diventa uno spazio virtuale di forma sferica, dove si possono apprezzare stimoli che sembrano provenire da diversi angoli.
Commenti
Posta un commento