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"Running Up That Hill": la cover metal della hit di Kate Bush

Tra le sorprese musicali del 2022, c'è da annoverare la riscoperta di "Running up that hill": dopo essere stata inserita nella colonna sonora della serie TV "Stranger Things", la hit di Kate Bush ha conquistato le prime posizioni delle classifiche ed è stata riscoperta e riproposta in molte cover. Su queste pagine ci siamo già occupati delle versioni dei Wombats e di Halsey. Oggi vi segnaliamo anche la versione metal realizzata dalla band svizzera dei Rage Of Light, trio formato dalla cantante Martyna Halas, dal tastierista Jonathan Pellet e dal chitarrista Simon Burri (da poco entrato a far parte del gruppo).
La cantante ha spiegato
"Sono una grande fan di "Stranger Things" e Kate Bush è una artista che non puoi fare a meno di adorare. Ho sempre amato l'iconica "Running Up That Hill", quindi guardare *quella scena* nella quarta stagione di "Stranger Things" mi ha fatto venire la pelle d'oca. Ho suggerito a Jonathan (Pellet) e Simon (Burri) di creare la nostra versione della canzone, ed sono stata così felice che fossero d'accordo! La musica ci salva dai nostri incubi più profondi. Spero che questo video vi piaccia tanto quanto ci siamo divertiti a realizzarlo".




La versione originale di "Running up that hill" viene pubblicata da Kate Bush nel 1985 e compare nell'album "Hounds of Love", il quinto della sua carriera.
Il singolo raggiunse la terza posizione nelle classifiche UK e divenne il suo brano di maggior successo negli USA, dove però non andò oltre alla 30esima posizione della Billboard Hot 100.
Nel 2022 il brano viene scelto come sigla della quarta stagione di Stranger Things e raggiunge la vetta della classifica inglese diventando il brano che ha atteso il maggior numero di anni (37) prima di arrivare in prima posizione. Kate Bush ha stabilito anche un altro record: a 63 anni è l'artista femminile più anziana ad aver conquistato la prima posizione nella classifica UK.
Curiosità: il titolo originale del brano era “A Deal With God”. Fu la casa discografica a insistere per cambiarlo: temevano che l’uso della parola “Dio”, che avrebbe potuto creare difficolta con alcune stazioni radiofoniche negli USA.
Il sito SecondHandSongs ha catalogato ad oggi quasi 100 cover del brano. La migliore resta la versione dei Placebo del 2003.

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