Omaggio a Gianmaria Testa nel corso del Concerto del Primo Maggio a Roma. Il tributo al cantautore cuneese recentemente scomparso è stato realizzato da Fausto Mesolella e Paolo Rossi che hanno proposto una loro rilettura di "Al mercato di Porta Palazzo"
"Un doveroso omaggio ad uno dei più grandi cantautori italiani che ci ha lasciato proprio in questi giorni " Ha detto con commozione Mesolella presentando il brano. Ci ha pensato Paolo Rossi ha stemperare l'atmosfera aggiun gendo un ironico "se ci vede speriamo che ci perdoni... ".
La versione originale del brano era stata pubblicata nel 2006 nell'album "Da questa parte del mare", vincitore nel 2007 della Targa Tenco.
Giammaria Testa è scomparso lo scorso 30 marzo a 57 annni, dopo una lunga malattia.
Questo il testo della canzone
Al mercato di Porta Palazzo fanno la fila, fanno la fila
le femmine da ragazzo fanno la fila, fanno l’andazzo.
E si lasciano indovinare sotto le gonne, sotto le gonne.
E si lasciano indovinare sotto le gonne, le gonne nere.
E sopra il molo del caricamento fanno la coda, fanno la coda
gli uomini da bastone fanno la coda sul cemento.
E si lasciano perquisire sotto le giacche, sotto le giacche.
E si lasciano perquisire sotto le giacche da ricucire.
Ma una mattina di luna d’inverno c’era la neve, c’era la neve
sulla piazza succede un inferno e tutti a chiedersi: “e come e dove”.
Dalla coda del caricamento qualcuno grida, qualcuno grida
sulla piazza di Porta Palazzo fra le ragazze si rompe la fila.
E ce n’è una sdraiata per terra sopra la neve che svapora,
ce n’è una sdraiata per terra e tutte le altre le fanno corona.
E alle 7 e 45 era già nato era già fuori,
alle 7 e 45 l’hanno posato sul banco dei fiori.
“Mi favoriscano un documento”, dice la guardia appena che arriva
trafelata dal caricamento per vedere che succedeva.
“Favoriscano un documento e anche qualcosa da dichiarare
questo è un caso di sgravidamento sul suolo pubblico comunale”.
Ma documenti non ce ne sono e neanche qualcuno che dica niente,
solo la gente che tira e che spinge attorno ai garofani e alle gardenie.
Documenti non ce ne sono e quasi più niente da documentare,
solo che un giorno di luna d’inverno tutta la piazza ha voluto il suo fiore.
Ritorna la coda dal caricamento, torna la fila, torna l’andazzo
degli uomini da bastone, delle femmine da ragazzo,
che si lasciano perquisire sotto le giacche, sotto le giacche,
che si lasciano indovinare sotto le gonne, le gonne nere.
"Un doveroso omaggio ad uno dei più grandi cantautori italiani che ci ha lasciato proprio in questi giorni " Ha detto con commozione Mesolella presentando il brano. Ci ha pensato Paolo Rossi ha stemperare l'atmosfera aggiun gendo un ironico "se ci vede speriamo che ci perdoni... ".
La versione originale del brano era stata pubblicata nel 2006 nell'album "Da questa parte del mare", vincitore nel 2007 della Targa Tenco.
Giammaria Testa è scomparso lo scorso 30 marzo a 57 annni, dopo una lunga malattia.
Questo il testo della canzone
Al mercato di Porta Palazzo fanno la fila, fanno la fila
le femmine da ragazzo fanno la fila, fanno l’andazzo.
E si lasciano indovinare sotto le gonne, sotto le gonne.
E si lasciano indovinare sotto le gonne, le gonne nere.
E sopra il molo del caricamento fanno la coda, fanno la coda
gli uomini da bastone fanno la coda sul cemento.
E si lasciano perquisire sotto le giacche, sotto le giacche.
E si lasciano perquisire sotto le giacche da ricucire.
Ma una mattina di luna d’inverno c’era la neve, c’era la neve
sulla piazza succede un inferno e tutti a chiedersi: “e come e dove”.
Dalla coda del caricamento qualcuno grida, qualcuno grida
sulla piazza di Porta Palazzo fra le ragazze si rompe la fila.
E ce n’è una sdraiata per terra sopra la neve che svapora,
ce n’è una sdraiata per terra e tutte le altre le fanno corona.
E alle 7 e 45 era già nato era già fuori,
alle 7 e 45 l’hanno posato sul banco dei fiori.
“Mi favoriscano un documento”, dice la guardia appena che arriva
trafelata dal caricamento per vedere che succedeva.
“Favoriscano un documento e anche qualcosa da dichiarare
questo è un caso di sgravidamento sul suolo pubblico comunale”.
Ma documenti non ce ne sono e neanche qualcuno che dica niente,
solo la gente che tira e che spinge attorno ai garofani e alle gardenie.
Documenti non ce ne sono e quasi più niente da documentare,
solo che un giorno di luna d’inverno tutta la piazza ha voluto il suo fiore.
Ritorna la coda dal caricamento, torna la fila, torna l’andazzo
degli uomini da bastone, delle femmine da ragazzo,
che si lasciano perquisire sotto le giacche, sotto le giacche,
che si lasciano indovinare sotto le gonne, le gonne nere.
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