Si intitola "Piano Variations on Jesus Christ Superstar," il nuovo album di Stefano Bollani che rende omaggio al capolavoro di Andrew Lloyd Webber e di Tim Rice che nel 2020 festeggia i 50 anni.
Il disco (prodotto da Alobar 1007, l'etichetta indipendente dello stesso pianista) esce il 3 aprile, con tanto di bollino di approvazione di di Andrew Lloyd Webber, che insieme a Tim Rice diede vita al capolavoro senza età. "Abbiamo chiesto l'autorizzazione e ci è stata concessa, nonostante Lloyd Webber non ami che le sue musiche vengano eseguite diversamente da come lui le ha pensate. Un'esigenza che, ad esempio, sentivano anche Puccini e Verdi. Non ci siamo incontrati e ci siamo parlati solo per canali ufficiali, ma gli ho mandato il disco, ora sono in attesa di un suo parere", racconta Bollani, al telefono dalla sua casa romana. La scelta di dedicarsi a Jesus Christ Superstar parte da molto lontano. "Da quando avevo 13 o 14 anni e ho visto per la prima volta il film, innamorandomene - rivela il musicista -. Conosco a memoria ogni passaggio, ma solo l'anno scorso ho deciso di mettermi al piano per far rivivere quelle musiche che ho tanto amato. Ho scelto la forma del pianoforte solo perché la storia d'amore è tra l'opera rock e me. E una storia d'amore cresce in bellezza se resta intima".
Il disco (prodotto da Alobar 1007, l'etichetta indipendente dello stesso pianista) esce il 3 aprile, con tanto di bollino di approvazione di di Andrew Lloyd Webber, che insieme a Tim Rice diede vita al capolavoro senza età. "Abbiamo chiesto l'autorizzazione e ci è stata concessa, nonostante Lloyd Webber non ami che le sue musiche vengano eseguite diversamente da come lui le ha pensate. Un'esigenza che, ad esempio, sentivano anche Puccini e Verdi. Non ci siamo incontrati e ci siamo parlati solo per canali ufficiali, ma gli ho mandato il disco, ora sono in attesa di un suo parere", racconta Bollani, al telefono dalla sua casa romana. La scelta di dedicarsi a Jesus Christ Superstar parte da molto lontano. "Da quando avevo 13 o 14 anni e ho visto per la prima volta il film, innamorandomene - rivela il musicista -. Conosco a memoria ogni passaggio, ma solo l'anno scorso ho deciso di mettermi al piano per far rivivere quelle musiche che ho tanto amato. Ho scelto la forma del pianoforte solo perché la storia d'amore è tra l'opera rock e me. E una storia d'amore cresce in bellezza se resta intima".
Commenti
Posta un commento