Il 2022 si è chiuso con l'ennesima cover di "Running up that hill" di Kate Bush tornata improvvisamente e inaspettatamente popolare grazie alla serie TV "Stranger Things". L'ultima versione in ordine cronologico è anche a nostro giudizio una delle migliori di sempre: a realizzarla sono stati i Postmodern Jukebox, il collettivo musicale ideato dal pianista newyorchese Scott Bradlee e specializzato in riletture in chiave jazz e swing di grandi successi. Una rilettura che la stessa band definisce in "Western Style" e che vede protagonista la bella voce della cantante Sweet Megg, che aveva già collaborato con il gruppo in passato per la cover di “Levitating" di Dua Lipa. Una delle caratteristiche dei PMJ è che Scott Bradlee è di fatto l'unico membro fisso del gruppo, che negli anni si è avvalso della collaborazione di molte voci (spesso scelte tra le finaliste del concorso American Idol) e oltre 70 musicisti differenti.
In questo caso la line up è composta da Jacob Scesney al sax, Thor Jensen alla chitarra, Chris Jelb alla batteria e Jared Manzo al basso.
Ormai è venuto meno "l'effetto sorpresa" ma il risultato è sempre irresistibile.
La versione originale di "Running up that hill" venne pubblicata da Kate Bush nel 1985: fu il singolo che anticipò l'uscita dell'album "Hounds of Love", il quinto nella carriera della cantante inglese. Il 45 giri raggiunse la terza posizione nelle classifiche UK e divenne il suo brano di maggior successo negli USA, dove però non andò oltre alla 30esima posizione della Billboard Hot 100.
Nel 2022 il brano viene scelto come sigla della quarta stagione di Stranger Things e raggiunge la vetta della classifica inglese diventando il brano che ha atteso il maggior numero di anni (37) prima di arrivare in prima posizione. Kate Bush ha stabilito anche un altro record: a 63 anni è l'artista femminile più anziana ad aver conquistato la prima posizione nella classifica UK.
Il brano era stato già ripubblicato nel 2012 in una versione remix che era entrata nella Top 10 inglese.
Curiosità: il titolo originale del brano era “A Deal With God”. Fu la casa discografica a insistere per cambiare il titolo: temevano che l’uso della parola “Dio”, che avrebbe potuto creare difficolta con alcune stazioni radiofoniche negli USA.
Seconda curiosità: nonostante sia uno dei brani più famosi del suo repertorio, Kate ha cantato (ad oggi) il brano dal vivo solo 28 volte. Dopo il tour del 1979 Kate ha infatti quasi del tutto interrotto le sue apparizioni live fino al 2014.
Il sito SecondHandSongs ha catalogato ad oggi oltre 100 cover del brano.
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