Diodato ha pubblicato il suo nuovo album “Ho acceso un fuoco”. Un disco registrato live in studio alle Officine meccaniche di Milano, contenete 11 brani: nove del suo repertorio e due cover.
Ho voluto fare un’esperienza inversa riportando in studio di registrazione ciò che ho raccolto con i miei compagni di viaggio in questi anni di concerti. È stata una sfida che ho lanciato anche a me stesso: provare a perdere il controllo, ad abbandonarmi il più possibile al flusso emotivo proprio come faccio nei live, ma questa volta all’interno di uno studio di registrazione
L'altra cover presente nel disco è “Amore che vieni, amore che vai” di Fabrizio De André, che Diodato aveva già registrato per il suo primo disco e interpretato insieme a Jack Savoretti e Filippo Timi nella serata delle cover dell’edizione 2024 del Festival di Sanremo. Una rilettura molto “epica” con un emozionante crescendo finale. Ma forse preferivamo la versione del 2013.
"Cucurrucucú paloma" venne composta dal messicano Tomás Méndez nel 1954. Secondo il sito SecondHandSongs la prima versione ad essere pubblicata fu quella cantata da Ana Maria Gonzalez.
La versione originale di "Amore che vieni, amore che vai" venne pubblicata da Fabrizio De André nel 1966 come lato B del 45 giri "Geordie". La canzone viene pubblicata nel 1966 nell’album Tutto De André e poi riproposta nel 1968 nell’album Volume III.
La prima è “Cucurrucucú paloma” un classico del 1954 firmato dal messicano Tomás Méndez. Una scelta coraggiosa e sorprendente per un classico che il cantautore rilegge con intensità e un bel crescendo finale.
L'omaggio non può che essere considerato duplice, visto il brano in Italia venne ripreso e citato da Franco Battiato nell'album "La Voce del Padrone".
A proposito dell'album Diodato ha spiegato:
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