Il 30 marzo del 2013 moriva a Roma Franco Califano. Esattamente a due anni di distannza dalla sua scomparsa, i Negramaro hanno omaggiato il "califfo" con una loro versione di “Roma nuda” accompagnata da un video curato dal regista Tiziano Russo.
Giuliano Sangiorgi ha scritto che Roma è “nuda” da quando il “Califfo” è scomparso e ha definito i suoi brani e il modo di cantare antichi e moderni allo stesso tempo.
L'artista ha ricordato che quando Franco Califano scriveva un brano sulla Capitale, ne svelava tutti i segreti e proprio questa sua caratteristica lo ha reso “Il poeta di Roma”.
La versione originale di "Roma Nuda" risale al 1976 ed era contenuta nell'album "Tutto il resto è noia".
Sul sito ufficiale della band il cantante ha anche aggiunto alcune righe di un saluto al cantautore.
«Roma è nuda senza il poeta!è davvero nuda, da quando il “califfo” è andato via per sempre dalle sue strade fatte di asfalto e di preghiere. Ha lasciato un vuoto incredibile, un buco nero fatto di storie e di canzoni, che hanno delineato un contorno indelebile e preciso di questa città di santi e falsi dei. Per ogni verso di Franco c’è un vicolo di Roma in cui perdersi, di notte. per ogni nota, il suono di una nuova alba sulla città più antica del mondo. Come antico è il canto del suo poeta. Tanto antico quanto modernissimo. Ci manca sentire le sue storie in musica. Si’, di un’altra epoca e pur sempre vive nel ruvido della sua voce che ancora riscalda il cuore. Ci mancano le sue canzoni per ogni storia, vera o inventata che fosse…che importava… sembravano tutte vere negli spigoli e nella veemenza dei suoi racconti. Ci mancano i suoi messaggi notturni, forse scritti di getto, passeggiando tra le strade deserte di una roma ancora nuda agli occhi di chi la guarda con i suoi, ancora oggi. Quando canta lui questa città non ha segreti. Non ha nascondigli. Non ha altre città sepolte dalle tante altre che l’hanno preceduta. Tutto appare limpido e cristallino nella notte di queste strade “uguali a pelle scura”. Eppure il suo grido disperato non ha mai segreti, non ne ha mai avuti Franco. Forse, per questo aspetteremo secoli prima che il tempo lo riconosca per quello che è stato , è e sarà per sempre: “IL POETA DE ROMA”. Forse, per passare alla storia come poeti, davvero bisogna vestire degli abiti precisi, indossare silenzi criptici e abitare i giusti salotti culturali, non dire poi tutto, non essere davvero nudi, insomma. Questo non lo so, è solo un dubbio. Ma di una cosa sono certo: io non aspetterò quel tempo! Per me le sue parole, anche in racconti PSEUDO-COMICI (sempre di una profondità pazzesca) sono dei capolavori assoluti, in cui quello che ritrovo è solo semplice e pura poesia. Roma è nuda, si’! Caro Franco ma non lo sarà più se tu tornerai al tuo posto di sempre, “all’angoletto de’ sta strada” che aspetta solo di spegnersi e riaccendersi, ogni giorno e notte, all’aurora e al tramonto di una nuova tua canzone. Qui intanto ci si inventa un’altra vita. Ciao Franco. Porta i saluti a chi sai e a chi hai conosciuto in un giorno qualunque insieme a me».
Giuliano Sangiorgi (Negramaro)
L'artista ha ricordato che quando Franco Califano scriveva un brano sulla Capitale, ne svelava tutti i segreti e proprio questa sua caratteristica lo ha reso “Il poeta di Roma”.
La versione originale di "Roma Nuda" risale al 1976 ed era contenuta nell'album "Tutto il resto è noia".
Sul sito ufficiale della band il cantante ha anche aggiunto alcune righe di un saluto al cantautore.
«Roma è nuda senza il poeta!è davvero nuda, da quando il “califfo” è andato via per sempre dalle sue strade fatte di asfalto e di preghiere. Ha lasciato un vuoto incredibile, un buco nero fatto di storie e di canzoni, che hanno delineato un contorno indelebile e preciso di questa città di santi e falsi dei. Per ogni verso di Franco c’è un vicolo di Roma in cui perdersi, di notte. per ogni nota, il suono di una nuova alba sulla città più antica del mondo. Come antico è il canto del suo poeta. Tanto antico quanto modernissimo. Ci manca sentire le sue storie in musica. Si’, di un’altra epoca e pur sempre vive nel ruvido della sua voce che ancora riscalda il cuore. Ci mancano le sue canzoni per ogni storia, vera o inventata che fosse…che importava… sembravano tutte vere negli spigoli e nella veemenza dei suoi racconti. Ci mancano i suoi messaggi notturni, forse scritti di getto, passeggiando tra le strade deserte di una roma ancora nuda agli occhi di chi la guarda con i suoi, ancora oggi. Quando canta lui questa città non ha segreti. Non ha nascondigli. Non ha altre città sepolte dalle tante altre che l’hanno preceduta. Tutto appare limpido e cristallino nella notte di queste strade “uguali a pelle scura”. Eppure il suo grido disperato non ha mai segreti, non ne ha mai avuti Franco. Forse, per questo aspetteremo secoli prima che il tempo lo riconosca per quello che è stato , è e sarà per sempre: “IL POETA DE ROMA”. Forse, per passare alla storia come poeti, davvero bisogna vestire degli abiti precisi, indossare silenzi criptici e abitare i giusti salotti culturali, non dire poi tutto, non essere davvero nudi, insomma. Questo non lo so, è solo un dubbio. Ma di una cosa sono certo: io non aspetterò quel tempo! Per me le sue parole, anche in racconti PSEUDO-COMICI (sempre di una profondità pazzesca) sono dei capolavori assoluti, in cui quello che ritrovo è solo semplice e pura poesia. Roma è nuda, si’! Caro Franco ma non lo sarà più se tu tornerai al tuo posto di sempre, “all’angoletto de’ sta strada” che aspetta solo di spegnersi e riaccendersi, ogni giorno e notte, all’aurora e al tramonto di una nuova tua canzone. Qui intanto ci si inventa un’altra vita. Ciao Franco. Porta i saluti a chi sai e a chi hai conosciuto in un giorno qualunque insieme a me».
Giuliano Sangiorgi (Negramaro)
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