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Ornella Vanoni: la cover di "Bocca di Rosa" (con le parole sbagliate)

E' diventata immediatamente virale la cover di "Bocca di rosa" cantata da Ornella Vanoni nel corso della prima puntata di “Una storia da cantare”, dedicato a Fabrizio De André. Purtroppo non tanto per meriti canori, ma per lo sfogo in diretta della cantante che - irritata dal fatto che le luci le impedivano di leggere il gobbo elettronico - ha sbottato con un eloquente "non si vede un cazzo".
Ora l'esibizione completa è disponibile anche sul canale ufficiale della Rai
La cantante - che ha da da poco compiuto 85 anni - aveva già proposto il brano nel celebre concerto tenuto il 12 marzo del 2000 al Carlo Felice di Genova, poche settimane dopo la scomparsa del cantautore.
Dopo un divertente "cazzo non l'ho detto" la Vanoni ha ricominciato da capo e ha portato a termine senza ulteriori intoppi l'esibizione, molto simile a quella di 19 anni fa (reperibile nell'album Faber Amico Fragile uscito nel 2003).



La versione originale di "Bocca di Rosa" venne pubblicata da Fabrizio De Andrè nel 1967 come lato B del singolo "Via del Campo" e nell'album "Volume 1".
E' firmata insieme a Giampiero Reverberi ed il testo trae ispirazione da “Brave Margot” di Georges Brassens.
Alla Vanoni si perdona tutto. Anche di non ricordare più i versi di una delle canzoni più famose del repertorio di De André. Che allora possiamo ripassare insieme.




La chiamavano Bocca di Rosa
metteva l'amore, metteva l'amore
la chiamavano Bocca di Rosa
metteva l'amore sopra a ogni cosa.
Appena scesa alla stazione
del paesino di Sant'Ilario
tutti s'accorsero con uno sguardo
che non si trattava d'un missionario.
C'è chi l'amore lo fa per noia,
chi se lo sceglie per professione,
Bocca di Rosa nè l'uno, né l'altro,
lei lo faceva per passione.
Ma la passione spesso conduce
a soddisfare le proprie voglie
senza indagare se il concupito
ha il cuore libero oppure ha moglie
e fu così che da un giorno all'altro
Bocca di Rosa si tirò addosso
l'ira funesta delle cagnette
a cui aveva sottratto l'osso.
Ma le comari d'un paesino
non brillano certo in iniziativa,
le contromisure fino a quel punto
si limitavano all'invettiva.
Si sa che la gente dà buoni consigli
sentendosi come Gesù nel Tempio,
si sa che la gente dà buoni consigli
se non può più dare cattivo esempio,
così una vecchia mai stata moglie,
senza mai figli, senza più voglie
si prese la briga e di certo il gusto
di dare a tutte il consiglio giusto
e rivolgendosi alle cornute,
le apostrofò con parole argute
"il furto d'amore sarà punito - disse-
dall'Ordine Costituito".
Ma quelle andarono dal commissario
e dissero senza parafrasare:
"quella schifosa ha già troppi clienti,
più di un consorzio alimentare".
Ed arrivarono quattro gendarmi
con i pennacchi, con i pennacchi
ed arrivarono quattro gendarmi
con i pennacchi e con le armi.
Il cuore tenero non è una dote
di cui sian colmi i carabinieri
ma quella volta a prendere il treno
l'accompagnarono mal volentieri.
Alla stazione c'erano tutti:
dal commissario al sacrestano
alla stazione c'erano tutti
con gli occhi rossi e il cappello in mano
a salutare chi per un poco
senza pretese, senza pretese
a salutare chi per un poco
portò l'amore nel paese;
c'era un cartello giallo con una scritta nera
diceva: "Addio Bocca di Rosa,
con te se ne parte la primavera".
Ma una notizia un po' originale
non ha bisogno di alcun giornale,
come una freccia dall'arco scocca,
vola veloce di bocca in bocca.
Alla stazione successiva
molta più gente di quando partiva
chi manda un bacio, chi getta un fiore,
chi si prenota per due ore.
Persino il parroco che non disprezza
tra un Miserere e un'Estrema Unzione
il bene effimero della bellezza
la vuole accanto in processione
e con la Vergine in prima fila
e Bocca di Rosa poco lontano,
si porta a spasso per il paese
l'amore sacro e l'amor profano.

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