Passa ai contenuti principali

Leonard Cohen: un omaggio ai Drifters nel Live in Dublin

C’è anche la cover di “Save The Last Dance For Me” nel nuovo album dal vivo di Leonard Cohen. Il disco arriverò nei negozi il prossimo 1 dicembre e conterrà la registrazione dello show tenuto dal cantautore canadese alla O2 Arena di Dublino il 12 settembre 2013.
L’album si intitola "Leonard Cohen - Live In Dublin" ed è il primo e unico concerto integrale in HD dell’artista. Sarà disponibile in varie edizioni: 3CD+DVD, 3CD+Blu-ray e in formato digitale. "Leonard Cohen - Live In Dublin" documenta una tappa del tour mondiale che nel 2012-2013 ha registrato il tutto esaurito, nel quale Cohen ha presentato l’album Old Ideas insieme a molti brani del suo repertorio. Una delle sorprese dello show è stata proprio la scelta di eseguire una cover di “Save The Last Dance For Me” come canzone di chiusura, brano che Cohen non ha mai pubblicato si disco e che in passato non aveva mai eseguito dal vivo. La versione originale – che porta la firma di Doc Pomus and Mort Shuman - risale al 1960 quando ad inciderlo furono i Driftrers capitanati da Ben E. King. Il singolo fu prodotto dalla mitica coppia Jerry Leiber e Mike Stoller ed ebbe uno straordinario successo, rimanendo per ben 3 settimane alla numero uno della classifica americana. Tra le tante versioni di successo da segnalare quella di Dolly Parton del 1983 e quella più recente di Michael Bublè pubblicata nel 2006.
Alcuni siti di fan di Cohen hanno provato a indagare sul motivo per il quale il cantautore canadese abbia scelto di interpretare una cover del brano, scoprendo che il brano potrebbe essergli stato suggerito da Lou Reed (che aveva collaborato con l’autore del testo Doc Pomus) o dal produttore Phil Spector che all’epoca aveva collaborato alla registrazione del brano. Più probabile che semplicemente Cohen – che non ha mai nascosto la sua passione per la musica pop dei primi anni 60 – abbia sempre amato il brano che uscì quando aveva 26 anni. Versione più lunga rispetto all’originale e cantata dall’ottantenne cantautore canadese in modo davvero impeccabile.



Commenti

Post popolari in questo blog

Una cover dei Metallica per il nuovo spot Spot Renault

Scala & Kolacny Brothers Il nuovo spot della Renault in onda in questi giorni nei principali canali televisivi italiani ha fatto riscoprire al pubblico una cover di "Nothing Else Matters" dei Metallica. Una versione "corale" pubblicata nel 2010 dal gruppo belga Scala & Kolacny Brothers del quale ci siamo già più volte occupati su queste pagine. La cover era contenuta nel loro album "Circle" e venne utilizzata nel primo episodio della serie televisiva Crisis, nel primo episodio della diciottesima stagione di Squadra Speciale Cobra 11 e nella colonna sonora del film Sangue del mio sangue. Ora la cover è stata scelta per lo spot "Renault Austral E-Tech full hybrid" nella quale vengono mostrati due robot che smontano un’auto. La versione originale di "Nothing Else Matters" faceva parte del "Black Album" dei Metallica uscito nel 1992; la scrisse il chitarrista James Hatfield per una sua vecchia fidanzata ma la giud

Bella Ciao: le versioni più belle

Bella Ciao è sicuramente il più famoso canto dei partigiani ed il più intonato ancora oggi in occasione del 25 aprile. Nasce come canto popolare antifascista italiano, prima della Liberazione, ma è diventato poi celeberrimo dopo la Resistenza. Le origini della canzone sono però ancora oggi controverse. Qualcuno come il cantautore e storico Ivan Della Mea sosteneva che l’autore potesse essere un medico ligure che viveva a Montefiorino nel Modenese. Per quanto riguarda la melodia, fu probabilmente presa da una serie di canti popolari ottocenteschi di area piemontese. Ma c'è anche chi sostiene che l'origine possa ritrovarsi in un canto epico lirico diffuso in pianura padana intitolati "Bevanda sonnifera”, o in un canto diffuso in Trentino che conteneva quell’iterazione di “ciao ciao” scandito con le mani che serviva a dare il ritmo al gioco dei bambini. Si è anche a lungo ipotizzato un legame con un canto delle mondine padane, anche per la versione  realizzata da

Surf Mesa: “Ily (I Love You Baby)” è un omaggio a Frankie Valli

Ennesima versione per l'intramontabile "Can't Take My Eyes Off You". A riportare in classifica il brano che Frankie Valli condusse al successo nel 1967, è il giovane produttore californiano Surf Mesa in collaborazione con Emilee per la parte vocale. Il brano - che della versione originale riprende solo il ritornello -  è diventato “Ily (I Love You Baby)” e in poche settimane ha scalato le classifiche di tutto il mondo e ad oggi conta oltre 11.6 milioni di ascolti solo su Spotify. A livello globale è presente in 35 playlist virali con alti posizionamenti (tra cui #4 nella Global Viral 50 e #9 nella Italy Viral 50) e continua senza sosta a cumulare stream. La versione originale di Can't Take My Eyes Off You fu pubblicata nel Maggio del 1967 da Franke Valli e divenne uno dei maggiori successi della sua carriera da solista. La canzone porta la firma di Bob Crewe (autore anche di "Lady Marmalade") e di Bob Gaudio, (compagno di Valli nei Four Seas