Il nuovo singolo di Ozark Henry è la cover di "Heroes" di David Bowie. Il brano, in realtà ribattezzato "We can be heroes", anticipa l’uscita di Paramount, l’attesissimo nuovo lavoro discografico del cantante e produttore fiammingo sette volte disco di Platino in tutt’Europa, fra cui l’Italia nel 2014 con il progetto “I am your Sacrifice”.
Il suo lavoro Avant-Garde Electronic ha letteralmente conquistato artisti come David Bowie, Trent Reznor, Jah Wobble, Zazie, Moby e Garbage sin dalla metà degli anni ’90.
Nel 2015 è stato il primo autore-compositore non classico ad essere invitato dalla prestigiosa Orchestra Nazionale del Belgio per un tributo complessivo al suo corpus compositivo attraverso una serie di concerti. Così è nata l’idea di Paramount: una rilettura per grande orchestra, in cui l’ascoltatore è messo al centro dell’impatto sonoro grazie all’uso, per la prima volta al mondo, della 3D Audio Technology. Esperimento che è valso al tecnico del suono la decima candidatura al Grammy.
La sperimentazione, l’interesse per le arti visive in ogni accezione, la collaborazione con teatri e designers è la cifra stilistica visuale di Ozark Henry e dalla tournée ‘tridimensionale’ The Journey Is Everything, progettata da Arf&Yes, era prevedibile che si passasse alla sperimentazione estrema di tradurre la dimensione fisica della musica in un effetto recepibile dall’ascolto del disco registrato.
Con un progetto sofisticato, elegante e di altissimo impatto emotivo, con un’unica preziosissima cover, l’unica rilettura di Heroes approvata da David Bowie, Paramount ribadisce il maturo talento di Ozark Henry, raffinato esponente della più elegante cultura internazionale, coltivato dal decennale rapporto con stilisti di grande sperimentazione come Dries Van Noten e successore di Lou Reed come international brand ambassador per la fashion designer Ann Demeulemeester.
La versione originale di "Heroes" risale al 1977. Scritta dallo stesso Bowie e da Brian Eno, è la canzone più famosa del repertorio del Duca Bianco. Gli "eroi" raccontati nella canzone sono due amanti così determinati a rimanere insieme, da incontrarsi tutti i giorni nei pressi del Muro di Berlino. I due protagonisti in realtà sarebbero il produttore del disco Tony Visconti e la corista Antonia Maaß. Bowie, ai tempi, non svelò la vera storia del brano per non rovinare il matrimonio di Visconti con la cantante Mary Hopkin.
Il brano fu pubblicato da Bowie anche in versione francese e tedesca.
Il suo lavoro Avant-Garde Electronic ha letteralmente conquistato artisti come David Bowie, Trent Reznor, Jah Wobble, Zazie, Moby e Garbage sin dalla metà degli anni ’90.
Nel 2015 è stato il primo autore-compositore non classico ad essere invitato dalla prestigiosa Orchestra Nazionale del Belgio per un tributo complessivo al suo corpus compositivo attraverso una serie di concerti. Così è nata l’idea di Paramount: una rilettura per grande orchestra, in cui l’ascoltatore è messo al centro dell’impatto sonoro grazie all’uso, per la prima volta al mondo, della 3D Audio Technology. Esperimento che è valso al tecnico del suono la decima candidatura al Grammy.
La sperimentazione, l’interesse per le arti visive in ogni accezione, la collaborazione con teatri e designers è la cifra stilistica visuale di Ozark Henry e dalla tournée ‘tridimensionale’ The Journey Is Everything, progettata da Arf&Yes, era prevedibile che si passasse alla sperimentazione estrema di tradurre la dimensione fisica della musica in un effetto recepibile dall’ascolto del disco registrato.
Con un progetto sofisticato, elegante e di altissimo impatto emotivo, con un’unica preziosissima cover, l’unica rilettura di Heroes approvata da David Bowie, Paramount ribadisce il maturo talento di Ozark Henry, raffinato esponente della più elegante cultura internazionale, coltivato dal decennale rapporto con stilisti di grande sperimentazione come Dries Van Noten e successore di Lou Reed come international brand ambassador per la fashion designer Ann Demeulemeester.
La versione originale di "Heroes" risale al 1977. Scritta dallo stesso Bowie e da Brian Eno, è la canzone più famosa del repertorio del Duca Bianco. Gli "eroi" raccontati nella canzone sono due amanti così determinati a rimanere insieme, da incontrarsi tutti i giorni nei pressi del Muro di Berlino. I due protagonisti in realtà sarebbero il produttore del disco Tony Visconti e la corista Antonia Maaß. Bowie, ai tempi, non svelò la vera storia del brano per non rovinare il matrimonio di Visconti con la cantante Mary Hopkin.
Il brano fu pubblicato da Bowie anche in versione francese e tedesca.
Una curiosità: nel titolo la parola "heroes" è scritta tra virgolette, per ridimensionarne la forza.
Moltissime le cover realizzate negli anni, dagli Oasis a Peter Gabriel, dai Blondie a Philp Glass.
Moltissime le cover realizzate negli anni, dagli Oasis a Peter Gabriel, dai Blondie a Philp Glass.
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