Su queste pagine ci siamo già occupati in passato di Naim Abid, crooner, showman e songwriter di origine iraniana, capace di passare con disinvoltura dallo swing al soul, dalla musica klezmer, allo ska e al pop. A dimostrazione della sua grande versatilità, in questi giorni Naim ha pubblicato sul suo canale YouTube un omaggio a Johnny Cash con la bella cover della celebre "Folsom Prison Blues".
Qualche giorno fa, scorrendo la home di YouTube, ho scorto un giovane cantante americano, Joshua Turner. Un ragazzo fortissimo che fa cover variopinte, dai Beatles, alla musica Folk e oltre. Ho visto una sua versione di Folsom Prison Blues di Johnny Cash e mi sono detto “certo che questo brano è proprio bello”. Chiaramente lo conoscevo da anni ma non mi ero mai soffermato sul testo. Così me lo sono letto bene e ho cercato informazioni in merito. L’ho trovato meraviglioso. Una condizione di prigionia che lega solitudine, speranza, alienazione, desiderio di libertà, consapevolezza della propria limitata condizione di essere umano e anelito all’infinito. Insomma, splendido. Così mi sono detto che avrei voluto cantarla ma.. nel giusto contesto. Questi mesi di difficoltà mi stanno molto aiutando a trovare forti motivazioni, slanci creativi e ardore produttivo. E ne sono contento, frammezzo ai tanti e solenni drammi sanitari ed economici che stiamo vivendo.
Ricordavo dell’esistenza di un binario abbandonato a circa un’ora e mezza da dove abito. Così ho preso la fotocamera, microfoni, la giusta camicia e il necessario e sono andato! Mi sono piazzato ed ho iniziato le riprese. Ma sono arrivato tardi sul luogo e a fine riprese la take buona era stata fatta con poca luce. Non ero contento. Sono tornato il giorno dopo, per tempo e ho rifatto tutto. Il video è il frutto di numerose prove e tentativi, di viaggi fatti a vuoto e di un sedere zuppo di pioggia.. si, perché piovigginava quel giorno. La classica pioggerella londinese, fastidiosa, tediosa, irritante. Ho coperto la fotocamera con un telo ed il registratore con un panno in microfibra rosa! Molto ridere. Se guardate con attenzione vedrete che i miei capelli hanno una sorta di luminescenza posteriore: sono le gocce di pioggia! Ero scomodo, dovevo stare con gli addominali tesi per tenere l’equilibrio, ma n’è valsa la pena. Sono contento.
Johnny Cash scrisse "Folsom Prison Blues" nel 1953, ispirandosi al film Inside the Walls of Folsom Prison, in Italia tradotto con il titolo di Tortura. Cash registrò il brano solo nel 1955 e due anni dopo venne inserita nel suo album di debutto. Ma il grande successo arriverà solo nel 1968 grazie alla versione live contenuta nell'album At Folsom Prison,
Una versione "chitarra e voce" accompagnata da un video "a tema" registrato in presa diretta sulle rotaie (e sotto la pioggia).
Abbiamo chiesto a Naim come è nata la cover.
Come è nata l'idea del video?
Prossimi progetti?
Questa cover aprirà lo spazio ad altri brani che farò in contesti legati al senso del testo. Credo aiuti ad indagare, in maniera leggera e creativa, i significati delle canzoni. E’ bello per tutti ed è un buon esercizio semantico per me.
Per la stesura del brano però Cash prese abbondantemente spunto dal brano Crescent City Blues di Gordon Jenkins, che gli fece causa, vincendola.
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