I Placebo non hanno mai nascosto la loro passione per la musica degli anni '80. La band di Brian Molko ha negli anni ripreso classici come "Johnny & Mary" di Robert Palmer, "Running up that hill" di Kate Bush, "Bigmouth strikes again" degli Smiths e "Life's what you make it" dei Talk Talk.
Ora il gruppo (attualmente ridotto a duo con Molko affiancato dal bassista Stefan Olsdal) ha scelto di pubblicare la cover di "Shout", dei Tears For Fears.
Ora il gruppo (attualmente ridotto a duo con Molko affiancato dal bassista Stefan Olsdal) ha scelto di pubblicare la cover di "Shout", dei Tears For Fears.
Una versione che non si discosta molto dall'originale ma che è sicuramente nelle corde de gruppo.
Brian Molko ha spiegato: "A metà degli anni '80, quando ero un ragazzino, Shout dei Tears for Fears è servita per svegliare la mia coscienza politica. Oggi mi rendo conto che quel testo potrebbe riguardare qualsiasi cosa che faccia arrabbiare o preoccupare una persona. Per me è una chiamata alle armi per esprimersi, per dire la propria verità. Mentre osservavo la generazione di mio figlio diventare più politicizzata mentre il mondo attorno a noi continua a sgretolarsi, ho voluto offrire a lui e ai suoi coetanei un inno di protesta, perché al momento la sua generazione sembra l'unica in grado di avere ancora la capacità di salvarci da noi stessi.
L'essenza di Shout come canzone è la sua semplicità. Spero che questo grido di battaglia contro l'apatia fornisca una motivazione a tutti coloro che desiderano esprimere la propria rabbia".
Brian Molko ha spiegato: "A metà degli anni '80, quando ero un ragazzino, Shout dei Tears for Fears è servita per svegliare la mia coscienza politica. Oggi mi rendo conto che quel testo potrebbe riguardare qualsiasi cosa che faccia arrabbiare o preoccupare una persona. Per me è una chiamata alle armi per esprimersi, per dire la propria verità. Mentre osservavo la generazione di mio figlio diventare più politicizzata mentre il mondo attorno a noi continua a sgretolarsi, ho voluto offrire a lui e ai suoi coetanei un inno di protesta, perché al momento la sua generazione sembra l'unica in grado di avere ancora la capacità di salvarci da noi stessi.
L'essenza di Shout come canzone è la sua semplicità. Spero che questo grido di battaglia contro l'apatia fornisca una motivazione a tutti coloro che desiderano esprimere la propria rabbia".
La versione originale di "Shout" venne pubblicata dai Tears For Fears nel 1984, anticipando di qualche mese l'uscita del loro secondo album Songs from the Big Chair.
Il 45 giri raggiunse la prima posizione nelle classifiche USA mentre in patria si dovette accontentare della quarta posizione.
Il brano è firmato da Roland Orzabal e da Ian Stanley tastierista e membro aggiunto del duo che collaborò alla scrittura di molte delle canzoni dell'album.
E' la canzone del gruppo che vanta il maggior numero di remix: ne esistono infatti ben 15 versioni differenti.
Il 45 giri raggiunse la prima posizione nelle classifiche USA mentre in patria si dovette accontentare della quarta posizione.
Il brano è firmato da Roland Orzabal e da Ian Stanley tastierista e membro aggiunto del duo che collaborò alla scrittura di molte delle canzoni dell'album.
E' la canzone del gruppo che vanta il maggior numero di remix: ne esistono infatti ben 15 versioni differenti.
In passato il brano era già stato ripreso da OneRepublic, Duncan Sheik e più recentemente da Elisa.
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